Allenati, ma senza esagerare! Non sottovalutare gli effetti collaterali di attività troppo intense senza il giusto riposo

Per sviluppare la forma fisica gli atleti stressano il corpo con l’allenamento e, successivamente, attraverso il recupero il fisico si adatta ed è in grado di accogliere uno stress maggiore nel workout successivo.

Controllare la quantità adeguata di stress e recupero, quindi, è essenziale per migliorare le prestazioni, nonché per prevenire infortuni e problemi associati al sovrallenamento.

I ricercatori del Laboratorio di Psicologia dello Sport e dell’Istituto di ricerca sullo sport dell’UAB hanno studiato gli effetti che l’intensità dell’allenamento ha sui ciclisti in termini di stati d’animo, e la loro capacità di adattarsi a maggiori carichi di allenamento valutati utilizzando la variabilità della frequenza cardiaca (HRV).

(Leggi anche: Troppo sport fa male: non bisogna superare le 7 ore e mezza di allenamento a settimana)

Lo studio

La ricerca, pubblicata sulla rivista PeerJ, è stata condotta attraverso un’analisi di sei settimane delle risposte, che cinque ciclisti dilettanti hanno dato allo stress fisico che hanno subito durante l’allenamento.

Una volta completato, i ciclisti hanno anche risposto a questionari su come avevano percepito lo sforzo fisico. Hanno misurato la loro frequenza cardiaca e registrato il loro stato d’animo.

I ricercatori sostengono che un cambiamento di umore e/o di frequenza cardiaca negli atleti, il ​​giorno dopo l’allenamento, potrebbe servire come indicatore dell’intensità del workout, segnalando se è stato adeguato o troppo intenso per lo stato fisico dell’atleta.

Lo studio ha osservato che, più intenso è l’allenamento peggiore è l’umore il giorno successivo e minore è la frequenza cardiaca.

L’obiettivo della ricerca era esplorare la relazione tra tre aspetti: allenamento, variabilità della frequenza cardiaca e umore.

Con questo studio i ricercatori volevano capire quando un atleta deve riposare perché il suo sistema è saturo, e quando può allenarsi, con più o meno intensità, perché il suo corpo è pronto ad assimilare il carico di allenamento.

I risultati ottenuti sono un primo passo per mettere a punto un sistema di monitoraggio che tenga conto sia dei carichi di allenamento interni sia esterni, oltre che dello stato d’animo e della variabilità della frequenza cardiaca.

L’obiettivo è aiutare gli atleti ad adattarsi al proprio allenamento, e prevenire lesioni che possono derivare dal sovrallenamento.

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Fonte: PeerJ

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