Coronavirus: come funziona il test del tampone?

Come abbiamo già approfondito nei giorni scorsi sul blog InSalute, il nuovo coronavirus e la conseguente malattia COVID-19 sono stati definiti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità “un’emergenza di sanità pubblica di rilevanza internazionale”: il virus, infatti, continua a diffondersi rapidamente in diverse zone del mondo, portando a situazioni di allerta e massima prevenzione. 

Come sappiamo, l’Italia al momento è tra i Paesi con più casi conclamati e, proprio per questo, il Governo ha esteso a tutto il territorio nazionale la “zona rossa”, con il decreto DPCM del 9 marzo 2020, per poi annunciare, l’11 marzo, nuove misure per il contrasto e la prevenzione della diffusione del virus.

Per evitare il panico da coronavirus è sicuramente molto importante essere consapevoli di tutto quello che possiamo fare per rallentare il contagio, e informarsi sempre e solo tramite fonti scientificamente accreditate: per questo motivo, oggi vogliamo proseguire il lavoro di divulgazione fatto in questo periodo parlando del test diagnostico necessario per accertare la patologia COVID-19, ovvero il tampone faringeo

Lo faremo grazie ai contenuti diffusi dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e dal Ministero della Salute

Test del tampone per il coronavirus: cos’è e come viene effettuato

coronavirus tampone test

Il tampone faringeo è un test diagnostico che prevede il prelievo di materiale biologico dalla faringe tramite un bastoncino monouso – simile a un cotton fioc di dimensioni più grandi.

In pratica, il personale sanitario incaricato effettua questa procedura:

  • inserisce nel cavo orale il tampone
  • se necessario, si serve di un abbassalingua per aiutare il paziente a tenere la bocca aperta
  • compie movimenti delicati per prelevare campioni di materiale biologico strofinando il tampone sulle tonsille e sulla faringe 
  • invia il tampone in laboratorio, dove verranno effettuate le analisi. 

Si tratta di una procedura rapida e indolore che, nel caso del nuovo coronavirus, permette di sapere se il paziente ha contratto la malattia.

Come si analizzano i risultati del tampone?

I tecnici di laboratorio procedono con l’analisi del tampone per individuare eventuali porzioni di codice genetico del nuovo coronavirus: se il codice genetico viene individuato, il tampone risulta positivo, se non viene rilevato, il risultato è negativo. 

Questa prima fase richiede dalle 4 alle 6 ore: qualora il tampone dia esito positivo dovrà essere ripetuto, per avere conferma definitiva dell’avvenuto contagio.

È molto importante sapere che la diagnosi viene eseguita solo e unicamente nei laboratori diagnostici di riferimento regionale e che, in caso di risultato positivo, deve essere poi confermata dal laboratorio di riferimento regionale dell’Istituto Superiore di Sanità, come riportato anche nelle domande e risposte frequenti sul sito ISS

Cosa succede se il primo tampone effettuato dà esito positivo?

Come riportato sul sito ISS, il tampone compie questo percorso:

  • “Nel momento in cui un esame dà esito positivo il campione viene inviato fisicamente (tramite i Carabinieri dei Nas) all’Istituto.
  • Una volta preso in consegna il campione se ne estrae l’Rna e, attraverso una tecnica chiamata Pcr Real Time, viene amplificata la quantità di genoma del virus SARS-CoV-2 eventualmente presente.
  • Il test richiede 4-5 ore. Per questo motivo, i tecnici lavorano su turni che iniziano alle 6 del mattino e terminano alle 3 del mattino successivo tutti i giorni, garantendo circa 200 esami al giorno.
  • Il risultato viene comunicato alle autorità competenti sia italiane che internazionali (Ecdc, Oms)”. 

Risultare positivi al tampone per il coronavirus significa essere malati? 

tampone coronavirus

“Essere positivi al test per il coronavirus non significa essere malati”, come ha affermato anche il viceministro alla salute Pierpaolo Sileri: significa che il virus è entrato in contatto con il nostro corpo.

Può accadere che i sintomi non si manifestino, o che si manifestino in modo estremamente lieve, oppure che – purtroppo – ci si ammali. 

Come abbiamo approfondito in altro articolo del blog, i sintomi relativi al COVID-19 sono vari, e possono manifestarsi in modalità contenuta – con febbre, stanchezza, tosse secca, sensazione generale di malessere, congestione nasale, mal di testa e mal di gola – oppure grave, arrivando fino a sviluppare difficoltà respiratorie, bronchite o polmonite acuta. 

Proprio per questo, l’unico modo per essere certi della propria situazione è compiere il corretto iter, che prevede, qualora si presentino sintomi sospetti o al raggiungimento dei 37,5° di febbre, di contattare i numeri emergenza – 112, 118 oppure il numero nazionale 1500, o ancora i numeri verdi regionali – e poi seguire le indicazioni che verranno fornite dal personale qualificato

Ricordiamo che, in nessun caso, bisogna recarsi autonomamente al pronto soccorso o dal proprio medico curante. 

Ovviamente, il tampone viene eseguito anche in caso di ricovero ospedaliero, se il paziente mostra sintomi riconducibili a COVID-19

Chi deve effettuare il tampone?

Per fugare ogni dubbio, possiamo affermare che deve effettuare il tampone chi viene individuato dagli operatori sanitari come soggetto con sintomatologia a rischio: come accennato, sarà il personale incaricato ad effettuare il test. 

Come viene riportato anche sul sito dell’Istituto Superiore di Sanità, non è possibile sottoporsi privatamente ad analisi del sangue o di altri campioni biologici, per sapere se si è contratto il nuovo coronavirus e non esistono kit commerciali per accertare in modo autonomo la presenza di COVID-19. 

Per un ulteriore approfondimento sull’argomento coronavirus, vi consigliamo di leggere gli altri articoli pubblicati da nostro blog sul tema: 

Coronavirus: la risposta alle domande più frequenti
Coronavirus: come lavare le mani correttamente e perché è così importante?
Coronavirus: quanto è pericoloso? Perché è importante evitare il contagio?
Coronavirus: come funziona la catena del contagio
Coronavirus: come gestire il panico e affrontare la situazione con lucidità

 

Articolo redatto da Silvia Bernardi.

Fonti

who.int
epicentro.iss.it
salute.gov.it
materdomini.it 

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