Cosa sappiamo su Elnaz Rekabi, la scalatrice iraniana che ha sfidato il regime

Continuano le proteste delle donne in Iran ma anche le conseguenze che purtroppo devono subire a causa del loro coraggio. Stavolta la protagonista è Elnaz Rekabi, scalatrice professionista iraniana che, durante i campionati di Seul, ha gareggiato senza velo.

La donna ha scalato la parete senza l’hijab e mostrando i suoi capelli legati con una semplice coda e una fascia. Niente di sconvolgente, ma non per la legge islamica iraniana che lo vieta categoricamente.

Subito dopo la gara, Elnaz Rekabi, che ha mostrato in questo modo tutto il suo coraggio e dissenso nei confronti del regime, sembrava essere scomparsa e si temeva per la sua incolumità. Ma ieri una storia apparsa su Instagram ha tranquillizzato sulla sua sorte (ma non proprio tutti).

Come spesso avviene in questi casi, le notizie che arrivano sono discordanti: da una parte gli amici sostenevano di non avere notizie della ragazza da lunedì mentre l’ambasciata ha dichiarato che era tornata a casa.

La presentatrice della BBC World Service, Rana Rahimpour, ha twittato che Rekabi era su un aereo diretto a Teheran e che “ci sono preoccupazioni per la sua sicurezza”. La BBC ha anche citato “fonti ben informate” secondo cui il passaporto e il cellulare dell’atleta erano stati confiscati.

tweet bbc scalatrice iran

In un tweet dell’ambasciata iraniana a Seoul, però, le autorità iraniane affermano che Rekabi:

è partita da Seoul per l’Iran, la mattina presto del 18 ottobre 2022, insieme agli altri membri della squadra.

tweet ambasciata iran

Il The Guardian, che ha contattato l’ambasciata per un commento, scrive che:

L’Ambasciata della Repubblica Islamica dell’Iran in Corea del Sud nega fermamente tutte le notizie false e la disinformazione riguardanti la signora Elnaz REKABI.

Elnaz Rekabi è tornata a Teheran

Ieri mattina poi, sul profilo Instagram dell’atleta, è comparsa una storia che tranquillizzava sulle sorti della ragazza. In questa si legge:

Ho avuto accidentalmente un problema con il mio velo e ora sto tornando in Iran con la squadra secondo il programma prestabilito.

Ed è la stessa BBC, che per prima aveva lanciato l’allarme sulla possibile scomparsa dell’atleta, a scrivere che Elnaz Rekabi, arrivata a Theran ed accolta come un’eroina, avrebbe dichiarato (come avvenuto già su Instagram) che l’hijab le era caduto accidentalmente prima della gara (dunque il suo non sarebbe stato un gesto voluto e provocatorio nei confronti del regime).

 

tweet storia scalatrice iran instagram

Ma c’è chi non crede che quel messaggio su Instagram l’abbia scritto davvero lei (o meglio di sua spontanea volontà).

Il messaggio su Instagram di Elnaz Rekabi

Nel post apparso su Instagram, l’atleta in pratica si scusava per aver fatto preoccupare tutti, scrivendo in merito a quanto accaduto che:

A causa del cattivo tempismo e della chiamata imprevista per me di scalare il muro, il mio copricapo si è inavvertitamente staccato.

Il post aggiungeva che stava tornando in Iran “insieme alla squadra in base al programma prestabilito“.

Ma è sempre Rana Rahimpour della BBC Persian, la prima che ha lanciato l’allarme sulla possibile scomparsa della ragazza, a mettere in dubbio quanto apparso su Instagram. La giornalista afferma infatti che a molte persone il linguaggio usato in questo post sembrava essere quello di qualcuno che scrive sotto costrizione.

Altre donne iraniane che hanno gareggiato all’estero senza indossare il velo in passato hanno affermato di essere state messe sotto pressione dalle autorità iraniane per chiedere scuse simili – aggiunge. Alcune di loro hanno deciso di non tornare in Iran.

Il dubbio effettivamente viene, anche se la Rekabi ha fatto la stessa dichiarazione anche ai giornalisti che l’hanno intervistata al suo ritorno in Iran.

Noi ovviamente ci auguriamo che Elnaz Rekabi stia bene e non sia costretta a scrivere o fare dichiarazioni che non rispecchiano il proprio sentire. Soprattutto speriamo di rivederla presto allenarsi, postare video su Instagram e continuare a gareggiare in competizioni internazionali.

Tutto quello che sta accadendo è seguito delle forti proteste che ci sono state in Iran (ma anche un po’ in tutto il mondo) dopo la morte di Mahsa Amini, la 22enne arrestata dalla “polizia morale” iraniana per non aver indossato correttamente l’hijab, poi picchiata fino alla morte.

Leggi anche: Proteste al funerale di Mahsa Amini: le donne iraniane si tolgono il velo e chiedono giustizia

Alcune donne manifestanti nei giorni successivi hanno bruciato l’hijab e si sono tagliate i capelli, mentre la folla cantava “zan, zendegi, azadi” (“donna, vita, libertà”).

Ricordiamo inoltre che in Iran, nel carcere di Evin, è ancora detenuta Alessia Piperno, una nostra connazionale. Leggi anche: Facciamo tornare a casa Alessia Piperno e azzittiamo una volta per tutte quei commenti inquietanti

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Fonti:  BBC

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