Cosa ti sta “dicendo” il bebè? Riconoscere il linguaggio del corpo dei neonati

Capire come comunicare con un neonato è un’avventura che tutti i neogenitori si ritrovano ad affrontare. Questi piccoli, che non riescono ancora a parlare, usano altri modi per esprimere ciò di cui hanno bisogno e le emozioni che provano. Il loro mezzo principale di comunicazione? Il linguaggio del corpoGrazie a segnali come gesti, espressioni e suoni, i neonati “parlano” ai genitori e a chi si prende cura di loro, fornendo tutti gli indizi più utili per capire come farli stare bene. In questo articolo, scopriremo come i neonati comunicano senza parole, e cercheremo di tradurre cosa ci stanno “dicendo”.

I bebè ci “parlano”? Ecco cosa dicono gli esperti

Secondo gli esperti in sviluppo infantile, i neonati comunicano attraverso il linguaggio del corpo fin dalla nascita. Nonostante non siano del tutto consapevoli del significato dei loro gesti, i piccoli usano una serie di segnali per esprimere bisogni e stati d’animo. 

Il pianto, ad esempio, è un segno di allarme universale che i neonati usano per comunicare disagio o bisogno. Tuttavia, non è l’unico strumento a loro disposizione. Movimenti specifici, espressioni facciali e suoni possono indicare una varietà di sentimenti ed esigenze, dalla fame alla stanchezza, dal disagio alla curiosità

Elisabeth Robson, una terapista familiare e infantile specializzata in trattamenti per neonati, bambini e famiglie, ha teorizzato e poi diffuso il programma di sviluppo infantile “Baby Cues: il primo linguaggio di un bambino”, per aiutare genitori e caregiver a rispondere e interagire con i loro bambini in modo più sensibile. 

L’ormai molto popolare metodo “Baby Cues” si basa sulla ricerca condotta dalla professoressa di infermieristica Kathryn Barnard, fondatrice del Centro per la salute mentale e lo sviluppo dei neonati presso l’Università di Washington. Riguardo alla relazione tra i segnali dei bambini e l’interazione genitore-figlio, Robson sostiene che “notare i segnali del bambino è molto importante per l’attaccamento”. Ciò contribuisce a creare un ambiente in cui il bambino si sente al sicuro e protetto, e favorisce anche lo sviluppo della consapevolezza di essere compreso e accudito

Secondo un recente studio pubblicato su Psychological Bulletin, la sensibilità dei genitori nel riconoscere i segnali dei loro neonati può essere un importante indicatore per stabilire un sano legame tra genitore e bambino. 

In particolare, i ricercatori dell’Università di Amsterdam (UvA) hanno scoperto che i neonati sviluppano legami sicuri con i genitori che riescono a comprendere spesso e accuratamente i loro desideri e bisogni, un processo noto come mentalizzazione.

Uno studio del 2017 pubblicato su Psychological Science ha inoltre rilevato che i neonati con legami sicuri hanno maggiori probabilità di ottenere risultati migliori a scuola durante l’adolescenza, rispetto ai bambini che hanno instaurato legami insicuri.

Quindi, non solo è ormai nota la capacità dei bambini piccoli di comunicare attraverso segni non verbali, ma gli studiosi sono sempre più concordi nel dire che interpretare correttamente il linguaggio del corpo dei neonati porta a legami tra genitori e figli più solidi e duraturi. 

Nei prossimi paragrafi analizzeremo i segnali più comunemente utilizzati dai bebè per manifestare emozioni o necessità. 

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“Sono felice!”: il bebè lo comunica con il linguaggio del corpo

Una delle sensazioni più gratificanti per un genitore o chi si prende cura di un neonato è riconoscere quando il piccolo è felice

I segni di gioia in un neonato possono essere vari. Un sorriso spontaneo, per esempio, è uno dei modi più evidenti in cui un neonato esprime felicità. Anche il movimento delle braccia e delle gambe può essere un indicatore di serenità: i neonati felici spesso agitano gli arti e danno calci all’aria con entusiasmo. Inoltre, potrebbero emettere suoni di contentezza e mantenere uno sguardo fisso verso l’adulto che li sta guardando: tutti segni di un’interazione positiva e felice. 

I segnali che ci fanno capire quando il neonato ha fame

Invece di ciò che comunemente si potrebbe pensare, il pianto rappresenta spesso un segnale tardivo di fame, evidenziando l’importanza di prestare attenzione ad altre indicazioni non verbali precedenti, per assicurarsi di fornire un’alimentazione adeguata e tempestiva.

Prima di piangere, infatti, i neonati manifestano il bisogno di essere nutriti in altri modi: possono portarsi le mani alla bocca, muovere la testa in cerca del seno o del biberon, o diventare irrequieti. Alcuni neonati smettono di succhiare il pollice quando hanno fame, mentre altri vocalizzano utilizzando un tono lamentoso, molto intenso, ritmato e insistente

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Come capire se il bebè ha bisogno di essere cambiato

I genitori spesso si chiedono come capire se il loro neonato ha bisogno di essere cambiato. Sebbene la soluzione più semplice sia controllare il pannolino, ci sono alcuni segnali che il neonato potrebbe mostrare fin da subito per indicare il fastidio. Questi includono pianto, agitazione, arrossamento del viso o tentativi di allontanarsi dalla fonte di disagio, magari muovendo le gambe o le braccia

Prestare attenzione a questi segnali può aiutare i genitori a capire con un buon anticipo quando è il momento di cambiare il pannolino del loro piccolo e alleviare quanto prima la fastidiosa sensazione.

È ora della nanna: ecco come il neonato lo comunica

Riconoscere i segnali di sonno in un bebè è importante per stabilire una routine di riposo adeguata e favorire un sonno sano. I segnali che indicano che il neonato è stanco includono sbadigliare, strofinarsi gli occhi, diventare irritabile, mostrare un’espressione facciale rilassata e assonnata o piangere in modo continuo e meno ritmico rispetto al pianto per fame. 

A volte, i neonati possono addirittura diventare più attivi quando sono stanchi, il che può essere fonte di confusione per i genitori. Tuttavia, imparare a riconoscere lo specifico linguaggio del corpo del piccolo può aiutare a instaurare una routine di sonno solida e a prevenire l’iperstimolazione del neonato. 

I segnali che ci fanno capire se il piccolo ha freddo o caldo

Mantenere una temperatura corporea adeguata è cruciale per il benessere del neonato, poiché il suo sistema di regolazione è ancora immaturo e meno efficiente rispetto agli adulti. Ciò rende i bebè più vulnerabili alle variazioni di temperatura e al rischio di ipotermia o ipertermia. Tuttavia, può essere difficile per i genitori determinare se il loro bambino ha troppo freddo o caldo. Un neonato poco coperto o eccessivamente esposto a temperature basse potrebbe avere la pelle fredda al tatto, tremare o agitarsi. Se ha caldo, invece, potrebbe sudare, mostrare arrossamenti sulla pelle o diventare irritabile e piagnucolare

Monitorare attentamente il comportamento e l’aspetto del neonato aiuta i genitori a regolare la temperatura dell’ambiente circostante e a scegliere l’abbigliamento del bimbo in modo appropriato. 

Coliche, mal di pancia o altri malesseri: ecco come il bebè ce lo dice

I neonati possono sperimentare una serie di malesseri fisici, tra cui coliche, mal di pancia e gas addominale. Quando un neonato prova dolore, potrebbe piangere in modo inconsolabile, avere il viso arrossato, tirare le ginocchia verso il petto o dimenarsi. Alcuni bambini possono anche diventare particolarmente irritabili o agitati, rifiutando il contatto fisico, mostrando mostrare espressioni facciali tese o respirando in modo rapido e affannoso.  

Essere in grado di riconoscere questi segnali permette ai genitori a intervenire tempestivamente, alleviando il dolore del neonato. Anche se non esiste un rimedio universale per le coliche, ci sono alcune strategie che possono aiutare a lenire il disagio, come eseguire un delicato massaggio addominale in senso orario, tenere il bambino in posizioni diverse da quella supina e prestare attenzione all’alimentazione. 

Inoltre, si possono utilizzare biberon anti-colica, far fare il ruttino al bambino dopo l’alimentazione, concedere al bebè un bagno tiepido, creare un ambiente tranquillo e rilassante con rumore bianco, offrire – se desiderato dal piccolo – contatto fisico e coccole rassicuranti. 

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Altri segnali del corpo del neonato

Oltre ai segnali di bisogni primari, i neonati possono esprimere altre emozioni attraverso il loro linguaggio del corpo. Ad esempio, un bebè che prova paura potrebbe avere un’espressione facciale preoccupata, irrigidire il corpo o piangere disperatamente. In questi casi, offrire conforto e sicurezza aiuta a rassicurare il bambino e a ridurre la sua ansia.

La noia è un’altra sensazione che i neonati possono manifestare attraverso segnali specifici, anche se più complessi da riconoscere perché facilmente confondibili con altri. Potrebbero per esempio mostrare irrequietezza, fissare lo sguardo verso l’adulto in attesa di stimolazione o piangere per attirare l’attenzione. 

Infine, è bene ricordarsi che ogni bambino è unico e comunica utilizzando versetti, movimenti ed espressioni che all’inizio possono apparire tutti uguali, ma che i genitori imparano a riconoscere attraverso l’osservazione e l’esperienza. 

In caso di dubbi, per esempio se il neonato dovesse piangere ininterrottamente, sviluppare problemi con il cibo o manifestare comportamenti di particolare apatia o, al contrario, agitazione, oppure se non si riuscisse a comprendere i segnali del bebè, è sempre consigliato comunque rivolgersi al proprio pediatra o medico di fiducia. 

 

Per garantire tranquillità durante questa fase cruciale dell’infanzia, potrebbe essere utile stipulare una polizza assicurativa per la salute, come quella offerta da UniSalute Mamma. Questo pacchetto, specificamente studiato per le esigenze delle madri e dei neonati, offre un’ampia varietà di servizi diagnostici, inclusi esami ginecologici e analisi di laboratorio. Una volta che il bambino viene al mondo, la copertura si estende a terapie fisioterapiche e fornisce protezione al neonato in caso di ospedalizzazione per operazioni correttive di malformazioni congenite.

Inoltre, la polizza consente l’accesso a una gamma di servizi esclusivi come la possibilità di video consulti con specialisti, un corso di primo soccorso pediatrico e l’accesso a visite ed esami specialistici a tariffe ridotte. 

 

Fonti:

parents.com

raisingchildren.net

thehealthsite.com


Immagine in evidenza di StockPlanets/gettyimages.it

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