Emilia-Romagna, Toscana e Campania in prima linea nella raccolta e nel riciclo delle pile esauste

Il problema della raccolta delle pile esauste è sempre più sentito, non solo in Italia, ma in tutto il mondo.

Che si tratti di pile aa o di torce, di batterie usa e getta o ricaricabili, il corretto smaltimento resta un aspetto fondamentale del ciclo di vita del prodotto, in quanto ad esso conseguono operazioni che consentono di riciclare importanti materiali da reimmettere nell’ambito produttivo.

Erion Energy, in collaborazione con importanti partner, tra cui Iren e Alia Servizi ambientali, ha lanciato un nuovo progetto che ha visto coinvolte tre regioni italiane, l’Emilia-Romagna, la Toscana e la Campania.

Il progetto, dal titolo “Energia al cubo” punta a sensibilizzare la popolazione di alcune tra le principali città delle regioni partecipanti nei confronti di questo importante tema.

L’importanza del recupero delle pile esauste

Le batterie portatili, sono tra le più utilizzate sia in ambito privato che in quello lavorativo. Tutti dispongono di almeno un dispositivo che, per funzionare, necessita di pile stilo aa o altri formati; basti pensare ai telecomandi, alle sveglie, alle torce, ma anche alle cuffie bluetooth o agli apparecchi acustici.

Chi necessita di batterie aa, può acquistarle qui e riceverle comodamente a casa. La facilità di acquisto determina un‘elevata diffusione di questi dispositivi, la quale rende ancora più urgente sensibilizzare i cittadini a un loro corretto riciclo.

La produzione di pile richiede l’utilizzo di importanti materie prime; il nostro Paese, così come svariati altri Stati europei, non è autonomo sotto questo punto di vista e, per ottenere i materiali necessari, deve appoggiarsi a Paesi esteri.

Il riciclo delle pile può arginare parzialmente questo problema, in quanto da una singola batteria aa è possibile ricavare una buona percentuale di metalli che possono essere reimmessi nel ciclo produttivo, aumentando così l’autonomia del Paese. Il recupero delle materie prime, favorendo lo sviluppo di un’economia circolare, aiuta inoltre ad abbattere l’impatto che la produzione di batterie ha sull’ambiente.

Nel 2020, secondo un report del Centro di Coordinamento Nazionale Pile e Accumulatori, in Italia è stato riciclato poco più del 42% degli RPA immessi sul mercato. L’obiettivo degli operatori del settore e dei governi è quello di far salire questa percentuale, al fine di garantire il massimo ritorno di materiali e il minimo impatto sull’ambiente.

Il progetto Energia al Cubo

Sono al momento 9 le città coinvolte, a partire da Massa Lubrense, situata nella provincia di Napoli, la quale è stata la prima, nel mese di giugno, a distribuire ai propri cittadini i box gialli ideati da Erion Energy, entro i quali conferire le batterie stilo o di qualsiasi altro formato non più utilizzabili.

Le scatole, una volta piene, devono essere svuotate negli appositi contenitori, situati in punti strategici delle città partecipanti al progetto.

Gli altri Comuni che hanno già aderito al progetto sono Firenze per la Toscana e ben sette città dell’Emilia-Romagna, ossia Noceto, Rubiera, Castellarano, Misano Adriatico, Montechiarugolo, Quattro Castella e Sorbolo Mezzani.

Per incentivare le attività di riciclo delle pile, l’Emilia-Romagna ha deciso di creare un contest che vede sei delle sette città coinvolte nell’iniziativa sfidarsi. Quella che riuscirà a recuperare il maggior quantitativo di pile e batterie otterrà un set di arredi urbani nuovi realizzati con plastica riciclata.

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