Cancro al seno: il rivoluzionario esame del sangue in grado di diagnosticare il rischio di recidiva

È stato aperto, presso il Royal Marsden NHS Foundation Trust, uno studio innovativo per rilevare le ricadute nelle pazienti con carcinoma mammario con DNA tumorale circolante (ctDNA).

Le prime pazienti con carcinoma mammario positivo al recettore degli estrogeni (ER) sono state reclutate per lo studio TRAK-ER e verranno sottoposte a un esame del sangue ogni tre mesi, per un massimo di tre anni, per rilevare il rischio di recidiva.

Se viene indicato il rischio di ricaduta, il loro trattamento verrà modificato per cercare di prevenire la malattia.

Lo studio TRAK-ER, condotto dai ricercatori del Royal Marsden e dell’Istituto di ricerca sul cancro di Londra, istituirà un programma di sorveglianza del DNA tumorale circolante (ctDNA) su oltre 1.000 pazienti con carcinoma mammario ER positivo, che stanno attualmente ricevendo una terapia ormonale per ridurre il loro rischio di recidiva.

La sperimentazione verrà estesa a 20 centri del Regno Unito nei prossimi sei mesi.

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Lo studio

Le cellule tumorali rilasciano DNA nel flusso sanguigno, noto come DNA tumorale circolante (ctDNA).

Gli esami del sangue utilizzati nella sperimentazione possono rilevare livelli molto bassi di ctDNA in un campione di sangue, per aiutare a determinare se è presente un tumore o meno.

Livelli molto bassi di cancro trovati nel sangue sono noti come recidiva molecolare, e indica che il paziente può nuovamente sviluppare la malattia.

Pertanto, testare il sangue di un paziente per il ctDNA consentirà ai medici di diagnosticare il ritorno del cancro nella primissima fase.

Precedenti studi avevano dimostrato che gli esami del sangue ctDNA possono identificare la ricaduta diversi mesi o addirittura anni prima.

Il ricercatore principale dello studio TRAK-ER, il professor Nicholas Turner, professore di oncologia molecolare presso l’ICR e consulente medico oncologo presso The Royal Marsden, ha dichiarato:

Il rischio di recidiva per i pazienti con carcinoma mammario ER positivo è distribuito su molti anni dopo il trattamento iniziale, che è uno dei motivi per cui le scansioni non sono efficaci nel tentativo di rilevarlo. Gli esami del sangue potrebbero diventare il modo per seguire questo gruppo di pazienti e, se lo studio produce risultati incoraggianti, questo potrebbe rivoluzionare il modo in cui trattiamo i pazienti con carcinoma mammario ER positivo in futuro e, si spera, salvare più vite.

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Fonte: Royal Marsden

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