La Russia sta bruciando il gas che non vende in Europa: alte colonne di fumo da settimane

Secondo l’emittente finlandese Yle, la Russia starebbe deliberatamente bruciando il gas naturale che non può più vendere in Europa a causa delle sanzioni (e il taglio alle forniture deciso da Mosca attraverso il gasdotto Nord Stream). La TV riporta immagini di testimoni e riferisce che questa situazione va avanti dalla metà di giugno. E l’ambiente paga.

Fiamme di fuoco infuriano da settimane dietro il confine russo e possono essere viste fino alla Finlandia. Un contadino ha contattato Yle riferendo che chiunque avrebbe potuto vedere le fiamme la sera sulla costa del comune di Virolahti, che si trova proprio accanto al confine orientale.

Anche il fotografo Ari Laine ha visto le alte fiamme quando ha visitato l’isola di Lanskeri lo scorso 24 luglio. Ha osservato il fuoco che divampava sugli alberi postando l’inquietante immagine su Twitter.

Secondo quanto riportato dalla stessa emittente, le fiamme sono state rilevate dal sistema di monitoraggio degli incendi della NASA ogni giorno nella stazione di Portovaya, di proprietà del colosso russo Gazprom a partire dallo scorso 17 giugno.

Le fiamme proverrebbero in particolare da una stazione di compressione, dopo viene aumentata la pressione del gas incrementando così la capacità di trasmissione della rete del gas. È probabile quindi che le fiamme siano state causate dalla combustione di gas naturale proprio nella stazione di compressione.

Vero che si può decidere di bruciare deliberatamente gas anche se ci sono dei problemi o malfunzionamenti, ad es. per mantenere costante la pressione nel serbatoio del gas, come ha spiegato a Yle Olga Väisänen, direttrice delle comunicazioni della società energetica finlandese Gasum.

Ma i rilevamenti non avevano mai messo in evidenza simili situazioni prima di giugno e la Finlandia non riceve gas naturale dalla Russia dal  mese di maggio, perché si è rifiutata di pagare il gas in rubli come imposto da Putin dal mese di aprile a tutti i Paesi cosiddetti ostili, ovvero che hanno messo sanzioni al Paese a causa dell’invasione in Ucraina.

Petteri Taalas, segretario generale dell’Organizzazione meteorologica mondiale, spiega che il flaring, ovvero la la distruzione controllata e deliberata del gas in fiamme mediante combustione (come in questo caso) produce il cosiddetto black carbon, ovvero polvere di fuliggine, che accelera lo scioglimento della neve e del ghiaccio quando vi si posa sopra. E questo, a sua volta, accelera il riscaldamento globale nelle regioni settentrionali.

A quanto pare è sempre l’ambiente (ovviamente oltre agli innocenti) a pagare.

Fonte: Yle / Yle/Twitter

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