Intervento alla cataratta: a cosa serve, come si svolge, complicanze, convalescenza, in quali casi è meglio non farlo

Secondo i dati diffusi dalla Società Oftalmologica Italiana, sono circa 650 mila gli italiani che ogni anno si sottopongono all’intervento alla cataratta, un disturbo che interessa il 90% della popolazione al di sopra dei 75 anni e sopraggiunge con l’opacizzazione del cristallino. L’operazione viene effettuata in day hospital e non comporta particolari rischi: come avviene e quali sono le tempistiche di ripresa e le eventuali complicanze? Per rispondere a queste domande osserviamo da vicino l’intervento e facciamo il punto sulla cataratta e sui suoi sintomi.

Cos’è la cataratta? Sintomi, tipologie e diagnosi

La cataratta si manifesta con l’annebbiamento progressivo della vista, e qualche volta il paziente riferisce di rimanere abbagliato dalla luce frontale e di vedere le immagini sdoppiate. Non è infrequente che, inizialmente, si percepisca un miglioramento della vista.

cataratta sintomi

Motortion/gettyimages.it

All’origine di questi sintomi ci sono l’aggregazione e l’ossidazione delle proteine del cristallino, la lente che si trova dietro l’iride e con cui vengono messe a fuoco le immagini sulla retina. Tra le cause che possono determinare l’insorgere della cataratta ci sono poi:

  • l’esposizione prolungata ai raggi ultravioletti
  • il diabete
  • il fumo.

Quanti tipi di cataratta esistono?

Oltre a quella senile, che è connessa all’età, esistono altre quattro forme di cataratta:

  • nucleare: è tipica all’età adulta e si manifesta con l’opacizzazione della parte centrale del cristallino, il nucleo, appunto.
  • Corticale: interessa la parte esterna del cristallino e può essere provocata da un trauma.
  • Secondaria: è connessa all’opacizzazione della capsula che ospita il cristallino artificiale, in questo caso per risolvere il problema in modo definitivo l’intervento prevede un trattamento ambulatoriale con un laser ad hoc (YAG laser).
  • Congenita: è una delle cause più frequenti di cecità nell’infanzia. Le sue cause non sempre sono note, nel 30% dei casi è ereditaria e può essere associata a malattie sistemiche o a sindromi.

Come diagnosticare la cataratta?

Poiché la cataratta è un disturbo che allo stadio iniziale può essere asintomatico, in molti casi è difficile riconoscerlo e diagnosticarlo tempestivamente. Ecco perché, come gli altri problemi strettamente connessi all’invecchiamento, l’insorgere della cataratta va monitorato anche in assenza di sintomi specifici, attraverso una visita oculistica periodica dopo il compimento dei 60 anni.

Diagnosi cataratta

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Per diagnosticare la cataratta si ricorre a diverse metodiche:

  • esame biomicroscopico completo con lampada a fessura;
  • esame completo della rifrazione e della acutezza visiva;
  • ecobiometria;
  • biomicroscopia dell’endotelio corneale;
  • ecografia bulbare;
  • campimetria computerizzata e pachimetria corneale;
  • valutazione della motilità con visita ortottica.

Terapia per la cataratta: l’intervento chirurgico

Per correggere il disturbo visivo provocato dalla cataratta è necessario intervenire chirurgicamente. L’intervento viene effettuato in day hospital in sale operatorie attrezzate per la day surgery. La valutazione sul momento in cui sottoporre il paziente al trattamento è legata allo stadio di avanzamento dell’opacizzazione e al disagio che procura nella quotidianità, dunque su questo tema medico e paziente decidono insieme.

In quali casi è necessario sottoporsi all’intervento?

In genere l’oculista suggerisce al paziente di sottoporsi al trattamento nel momento in cui l’opacizzazione del cristallino inizia a incidere in modo importante sulla qualità della vita, rendendo difficoltose o impossibili le normali attività quotidiane, come leggere o guidare con il buio. Gli specialisti sono concordi nel consigliare di non rimandare eccessivamente l’intervento per evitare che la cataratta si estenda troppo. Una tempistica sbagliata può, infatti, esporre il cristallino a un peggioramento dell’opacizzazione che può culminare in un aumento della pressione intraoculare con ricadute irreversibili per le strutture visive. In alcuni casi una cataratta trascurata può provocare una forma di glaucoma (glaucoma facolitico).

Come si svolge l’intervento?

L’intervento viene svolto in anestesia locale, senza ricorrere a iniezioni: circa un quarto d’ora prima dell’operazione, al paziente viene inoculato un collirio a base di lidocaina, poi la pupilla verrà dilatata al massimo per effetto di un secondo collirio. L’anestesia peribulbare, iniettata nel bulbo oculare, viene impiegata per bloccare completamente il movimento delle palpebre solo in casi eccezionali o in previsione di interventi particolarmente complessi.

terapie-cataratta-intervento

Kateryna Kukota/gettyimages.it

L’operazione non comporta particolari rischi, è indolore e consiste nell’asportazione, sotto microscopio operatorio, dell’area del cristallino ormai compromessa dall’opacizzazione.

Il chirurgo procede all’incisione con un bisturi tradizionale o con un laser a femtosecondi. Questa tecnica consente di effettuare il taglio corneale monitorandone con maggiore precisione l’estensione e la profondità. La parte eliminata è sostituita con una lente in materiale plastico (cristallino artificiale), e solitamente non servono punti di sutura. In alcuni casi vengono impiantate lenti con caratteristiche specifiche che rispondono a particolari esigenze del paziente:

  • lenti multifocali che consentono la messa a fuoco a due distanze;
  • lenti toriche che correggono l’astigmatismo;
  • lenti sferiche, studiate per compensare i difetti della cornea;
  • lenti filtrate che assorbono i raggi nocivi per la retina, come quelli ultravioletti.

L’intervento in sé è di breve durata, tra i 15 e i 20 minuti, più lunghe le fasi che precedono e seguono la parte chirurgica.

Se la cataratta è stata riscontrata in entrambi gli occhi il chirurgo dovrà intervenire in due momenti diversi, procedendo a operare prima l’occhio in cui il disturbo è a uno stadio più avanzato.

Il femtolaser

Nel trattamento chirurgico della cataratta lo specialista può decidere di usare il femtolaser, o laser a femtosecondi. Questa tecnologia si rivela particolarmente efficace nella chirurgia oftalmica perché consente di operare a livelli di precisione finora mai raggiunti. La sua peculiarità si basa sull’emissione di impulsi luminosi a una velocità di gran lunga superiore rispetto al laser tradizionale: questo significa che il tessuto oculare può essere inciso in modo ancora più preciso e senza lo sviluppo di calore. L’impiego di questo strumento nel trattamento chirurgico della cataratta permette, in particolare, di posizionare e centrare la lente intraoculare artificiale in modo estremamente accurato, minimizzando il rischio di errore.

La convalescenza

Una volta operato, l’occhio deve rimanere coperto per 24 ore. Il recupero della vista inizia a distanza di qualche giorno e giunge a completamento nell’arco di due settimane. Trascorso questo tempo è possibile procedere alla correzione di eventuali difetti residui.

Convalescenza cataratta

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Durante la convalescenza sarà inoltre necessario:

  • indossare occhiali da sole per proteggersi dall’abbagliamento provocato dalla dilatazione della pupilla;
  • non strofinare l’occhio sottoposto all’intervento per almeno un mese;
  • proteggere l’occhio con una conchiglia di plastica durante la notte;
  • instillare nell’occhio alcune gocce di collirio antibiotico in base a quanto indicato dalla prescrizione dallo specialista.

Possibili complicanze

Le complicanze non sono frequenti e molto raramente gravi. La più comune può verificarsi durante l’intervento e consiste nella rottura dell’involucro che ricopre la cataratta con conseguente dispersione di frammenti nell’occhio. In alcuni casi possono prodursi piccole emorragie. Tra le complicanze legate alla fase post-operatoria c’è l’innalzamento della pressione all’interno dell’occhio. Grave – ma infrequente – è poi la possibilità di sviluppare un’infezione.

Quanto costa l’intervento?

L’operazione per la sostituzione del cristallino può essere effettuata in convenzione con il Sistema Sanitario Nazionale, pagando eventualmente un ticket. Scegliendo di sottoporsi al trattamento in una clinica privata e optando, sotto prescrizione medica, di abbinare all’intervento l’inserimento di una lente intraoculare specifica per la correzione di altri difetti (il cui prezzo varia da 120 a 1000 euro in base alle caratteristiche) i costi salgono nettamente: sommando esami preliminari, parcella del chirurgo ed eventuale lente intraoculare, la cifra per sottoporsi a questo tipo di operazione in ambito privato è compresa tra i 1200 e i 5000 euro.

Prevenire la cataratta

Anziana mangia frutta

lucentius/gettyimages.it

Sebbene l’insorgenza della cataratta sia da mettere in conto man mano che l’età avanza, è possibile minimizzarne il rischio seguendo poche semplici regole di prevenzione:

  • integrare la propria alimentazione con frutta e verdura, che contengono antiossidanti naturali;
  • tenere sotto controllo i livelli di zuccheri nel sangue;
  • usare occhiali da sole;
  • evitare il fumo.

Preservare la salute degli occhi è importante, soprattutto dopo in terza età. In quest’ottica, una buona attività di screening e poche semplici regole di prevenzione possono davvero contribuire al miglioramento della qualità della vita: come per tutte le patologie legate all’invecchiamento, anche la cataratta va monitorata con attenzione attraverso controlli periodici e affidandosi al proprio oculista di fiducia che saprà consigliare le tempistiche dell’intervento e rassicurare su esito e tempi di recupero.

 

E voi conoscevate già le modalità di trattamento della cataratta?

 

Fonti:

humanitas.com
microchirurgiaoculare.com
fondazioneveronesi.it

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