La plastica riciclabile

Come distinguere la plastica riciclabile

Forse non tutti sanno che al mondo esistono plastiche riciclabili e altre no; in pratica quello che viene contraddistinto come il materiale più inquinante al mondo a causa della sua indistruttibilità può essere suddiviso in riciclabile e non recuperabile.

In tal senso, il comune cittadino non può certo reinventarsi come chimico e fare valutazioni in autonomia ed è così che su tutto ciò che noi possiamo acquistare è presente un codice identificativo che sottolinea la riciclabilità di un flacone o di una bottiglia. Con questo breve articolo sarà possibile fare luce su questi aspetti e si potranno approfondire alcuni temi che riguardano il riciclo della plastica e dei suoi derivati.

A tal proposito faremo anche un breve elenco per indicare con precisione quali sono in genere i prodotti in plastica riciclabili che possono essere conferiti come tali attraverso la raccolta differenziata. In tal modo sarà praticamente impossibile commettere errori, incorrere in sanzioni amministrative e contribuire negativamente a queste iniziative che promettono davvero di pulire il pianeta e in particolar modo gli oceani, alle prese con le oramai celebri isole di plastica che sembrano oltretutto in grado di favorire la formazione di violenti uragani.

La plastica riciclabile e i codici identificativi

Oltre al ciclo di mobius, il famoso simbolo del riciclo che non è certamente presente sui materiali che non rispondono ai requisiti richiesti, le plastiche riciclabili prevedono l’uso di un codice identificativo esattamente come segue:

– codice 1: corrisponde al polietilene tereftlato, conosciuto anche come PET;

– codice 2: corrisponde al polietilene ad alta densità (HDPE);

– codice 3: cloruro di polivinile conosciuto comunemente come PVC;

– codice 4: polietilene a bassa densità (LDPE);

– codice 5: si tratta del polipropilene la cui sigla è PP;

– codice 6: identifica il polistirolo o polistirene;

– codice 7: plastiche riciclabili di altra tipologia.

Le plastiche che non sono comprese in questo schema non possono essere riciclate e devono essere trattate come rifiuti speciali; in ambito civile (non industriale) vanno conferite insieme a tutto ciò che si definisce come indifferenziato.

Dal punto di vista pratico i rifiuti in plastica riciclabili consistono pressapoco in quanto segue:

– bottiglie, sacchetti e vaschette per alimenti;

– flaconi di detersivi;

– piatti e bicchieri;

– blister preformati;

– imballaggi in polistirolo.

Non possono essere conferiti fra i materiali riciclabili tutti i rifiuti multimateriale che includono la plastica di cui sono un esempio le penne, i giocattoli, le siringhe e i tubi di irrigazione. Le tastiere, i mouse e i piccoli elettrodomestici generalmente fabbricati quasi interamente in plastica devono essere riciclati insieme ai cosiddetti RAEE, rifiuti speciali di tipo elettrico ed elettronico.

Come viene trattata la plastica riciclabile?

Una volta che si è compreso quale sia con esattezza la plastica riciclabile, è utile sapere come tale materiale viene trattato e può essere reimpiegato per fabbricare nuovi oggetti.

La catena del riciclo prevede una serie di interventi secondo lo schema seguente:

separazione degli elementi. Può avvenire in diversi modi e precisamente: per flottazione, per densità, per galleggiamento, per proprietà aerodinamiche, a setaccio (tramite soffio d’aria), oppure ancora atttraverso sistemi magnetici o elettrostatici;

triturazione: processo che permette di ridurre al minimo gli elementi e semplificare il riutilizzo;

densificazione;

estrusione.

Ai fini del riciclo il ruolo di ogni cittadino influisce sensibilmente sulla separazione, ad esempio l’eventuale presenza di plastiche non idonee finirebbe per rallentare il processo di recupero in maniera negativa. In tal senso, basti pensare che se ognuno conferisse il materiale sbagliato nella differenziata della plastica, si accumulerebbe uno scarto da separare ed espellere che, oltre a bloccare il ciclo della raccolta, occuperebbe uno spazio notevole in prossimità dell’impianto per poi essere riportato altrove insieme ai rifiuti speciali.

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