La salute mentale in Italia tra emergenza e innovazione sociale

Due anni e mezzo dopo l’inizio della pandemia da Covid-19, l’impatto psico-sociale dell’emergenza sanitaria sembra non essere più una priorità per molti Paesi, Italia compresa. Eppure la situazione non è da sottovalutare, dal momento che il rischio per la salute fisica delle persone si affianca a quello per il benessere psicologico. Già lo scorso anno, infatti, secondo un sondaggio realizzato da Ipsos in più di 30 paesi, la salute mentale del 45% degli intervistati era peggiorata dopo la pandemia, percentuale che in Italia arrivava al 54%. 

La necessità di supporto psicologico è aumentata dal 2020 a oggi, ma la quota del Fondo sanitario nazionale destinata a queste esigenze, nell’anno pandemico, non ha raggiunto neppure il 3% della spesa totale, pur essendo lievemente cresciuta rispetto al passato (Il Sole 24 Ore riporta alcuni dati interessanti in tal senso). Nell’arco del 2022, il Governo e il Parlamento hanno adottato nuove misure contenute nella Legge di Bilancio e nel PNRR, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Vediamo allora quali sono, per fare un punto sul welfare e la salute mentale nel nostro Paese. 

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Welfare e salute mentale in Italia nel 2022

La Legge di Bilancio 2022 mira a destinare alla salute mentale 38 milioni di euro, di cui 20 per il disagio psicologico di bambini e adolescenti, 10 per l’accesso a servizi psicologici delle fasce più deboli (per esempio i pazienti oncologici) e 8 per potenziare i servizi territoriali e ospedalieri di neuropsichiatria infantile e adolescenziale. 

Ancora meno soddisfacente, secondo quanto segnalato a maggio da dieci società scientifiche tra cui SINPF (Società italiana di neuropsicofarmacologia), quanto previsto dal PNRR, che avrebbe il compito di rilanciare il nostro Paese nel periodo post-pandemico. L’Italia è quasi il fanalino di coda nell’ambito della salute mentale: “nonostante un incremento stimato del 30% di diagnosi, tra depressione e altre patologie psichiche causato da due anni di pandemia per il coronavirus, specie tra giovani e studenti, sono stati indicati zero investimenti nell’ambito del PNRR”, fa notare SINPF. Sempre secondo le stime, inoltre, nel 2025 mancheranno altri mille psichiatri tra pensionamenti e dimissioni. 

Psicologo di base, ma solo in alcune regioni

All’inizio del 2022, in alcune regioni italiane è stato introdotto lo Psicologo di base, una figura integrata nel Sistema Sanitario Nazionale. Purtroppo, però, il provvedimento ha coinvolto soltanto la Lombardia e la Campania, ma potrà essere esteso ad altre realtà. 

Il “bonus psicologo”

Dopo lunghe discussioni e la prima bocciatura a inizio 2022, è stato introdotto a livello nazionale il “Bonus psicologo, una misura che fa parte del decreto Milleproroghe. Si tratta di un finanziamento pubblico che copre le spese sostenute per sedute di psicoterapia. L’erogazione avverrà una tantum, con cifre proporzionali all’ISEE:

  • massimo di 600 euro per ISEE pari o inferiori a 15.000 euro
  • massimo 400 euro per ISEE compreso tra 15.000 e 30.000 euro
  • massimo 200 euro per ISEE compreso tra 30.000 e 50.000 euro.

La domanda per l’accesso si può effettuare dal 25 luglio 2022 tramite la piattaforma INPS. I fondi stanziati ammontano a circa 10 milioni di euro e, secondo le stime, i beneficiari saranno 16 mila persone circa, un numero molto basso per il nostro Paese, che ha oltre 60 milioni di abitanti: soltanto lo 0,0003% potrà infatti beneficiare di questa misura.

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Aumentano i bisogni psicologici degli italiani

La salute mentale non è una priorità della spesa pubblica, ma i segnali che invitano a prestare maggiore attenzione a questo aspetto del benessere ci sono: a febbraio, per esempio, l’Istat ha inserito per la prima volta la psicoterapia individuale nel paniere di prodotti usati per rilevare i prezzi al consumo.

I bisogni psicologici degli italiani aumentano e lo dimostra anche un sondaggio condotto a dicembre 2021 dall’Istituto Piepoli, che ha rilevato un aumento delle richieste di aiuto agli psicologi per problemi d’ansia (+83%), disturbi dell’umore/depressione (+72%), disturbi dell’adolescenza (+62%), problemi di coppia e con i figli (+49%, per entrambe le voci).
Secondo lo studio Being Mind-Healthy commissionato da Axa a Ipsos, inoltre, proprio l’Italia sembra essere uno dei Paesi in cui, durante e dopo la pandemia, è cresciuto il bisogno di assistenza psicologica. Su un campione di 11mila persone tra i 18 e i 75 anni di undici Paesi europei e asiatici, infatti, il dato dimostra che il 51% degli italiani si è sentito stressato nell’ultimo anno

Solo 3 psicologi ogni 100mila abitanti

Anche il Rapporto Civico sulla Salute 2022 realizzato da Cittadinanzattiva non è rassicurante ed evidenzia le profonde lacune del nostro Sistema sanitario nazionale: ritardi nell’erogazione di alcuni screening, una scarsa e inadeguata presenza sul territorio, lunghe liste d’attesa per esami e cure ordinarie. Una situazione complessa, che ha già portato a risultati catastrofici: come sappiamo da altre indagini, infatti, durante la pandemia una persona su dieci ha rinunciato a prestazioni sanitarie, mettendo a rischio la propria salute a volte in maniera irreversibile. 

Il Rapporto Civico ha fatto il punto anche sull’assistenza psicologica e psichiatrica: nel nostro Paese ci sono 126 Dipartimenti per la Salute Mentale (DSM) che si sommano alle 1299 realtà territoriali. La media nazionale è di 2,6 strutture ogni 100mila abitanti, ma 15 regioni non la raggiungono, mentre il numero di psicologi è 3,3 ogni 100mila abitanti, con alcune regioni, come la Basilicata, che si fermano a 0,9. 

Salute mentale, il settore privato offre maggiore assistenza 

Di fronte a una carenza del pubblico, nel nostro Paese ancora una volta il settore privato sembra aver risposto più velocemente e in modo più incisivo all’emergenza. In molti casi, infatti, sono stati attivati dei servizi e garantiti pacchetti di intervento psicologico gratuiti, soprattutto online. Tuttavia, le criticità del sistema pubblico non possono essere colmate da iniziative di questo tipo, che comunque non arrivano a tutta la popolazione, ma soltanto ad alcune fasce più agiate, sebbene si tratti di misura importanti che vanno ad aiutare molte persone che in questo momento necessitano di un sostegno psicologico. 

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