Pitosforo: cos’è, come si coltiva, potatura

Il pitosforo è una pianta arbustiva che può crescere in vaso sui terrazzi o anche nei giardini, per abbellirli ma soprattutto per creare delle siepi o delle barriere delimitanti. Si tratta di una pianta di facile manutenzione e di grande longevità, con una crescita piuttosto lenta e particolarmente resistente alla coltivazione lungo i litorali con terreni tendenti all’arido ed aria salmastra. 

Ne esistono varie specie che variano da quelle nane fino a quelle con folto fogliame e colorazioni di vario tipo ed per questo motivo che sempre più spesso nei giardini si vedono dei bordi misti. In realtà si tratta di siepi costituite da varie specie di pitosforo che nell’insieme danno vita a siepi o barriere di colori misti con foglie che vanno dal verde tenue fino al verde scuro e più intenso. 

Pitosforo: origini e storia 

Il nome pitosforo deriva dalle parole greche potos o pitta che significa pece e sforos che significa seme per la caratteristica presenza di semi ricoperti da una sostanza simile alla resina. Si tratta di un arbusto originario delle Nuova Zelanda, della Cina, del Giappone ma anche di diverse zone dell’Africa settentrionale, dell’Asia e dell’Australia. 

E’ stato portato in Italia dove è coltivato come siepe ornamentale, diffusa soprattutto lungo i litorali marini e nelle zone della Sicilia e della Sardegna. Il pitosforo, con i suoi fiori carnosi e profumati raccolti in mazzetti e con le sue foglie variegate, è stato più volte fonte di ispirazione per poeti e scrittori. 

Generalità di questo arbusto

Il pitosforo è un arbusto sempreverde con foglie ovali di colore verde , con superficie lucida, venatura chiara e parte inferiore opaca. E’ caratterizzato dalla presenza di piccoli fiori molto profumati di colore dal bianco al giallo crema, raccolti in mazzetti della lunghezza di 5-7 cm.

Il periodo della fioritura va dall’inizio della primavera fino a fine autunno. Al termine della fioritura i pitosfori producono bacche ricoperte da una sostanza resinosa al cui interno sono presenti semi fertili di colore rosso vivo che quando sono maturi vengono rilasciati sul terreno. Allo stato naturale il pitosforo può raggiungere anche i 20 metri di altezza mentre quello coltivato non supera mai i 10 metri. 

Come si coltiva il pitosforo?

Il pitosforo è una pianta che cresce bene nelle zone temperate in posizione soleggiata o in semi-ombra e riparata in modo da proteggerla dal vento e dal freddo. Cresce bene nei terreni ricchi di materie organiche, ben areati e drenati per evitare i ristagni di acqua. 

Il pitosforo può essere piantato anche in terreni secchi ed aridi ma in questo caso si rende necessaria un’irrigazione frequente e regolare, soprattutto durante il periodo estivo. Per favorire la crescita è opportuno provvedere ad una buona concimazione con sostanze diverse a seconda del periodo. In primavera è infatti consigliato un concime a lento rilascio specifico per le piante fiorite. 

Pitosforo: potatura e moltiplicazione

La potatura delle siepi di pitosforo deve essere fatta a fine autunno quando la pianta è completamente sfiorita oppure ad inizio febbraio, prima della fioritura. Al momento della potatura è necessario eliminare tutti i rami secchi, quelli danneggiati e quelli che si incrociano tra loro conservando soltanto quelli che vanno verso l’esterno. 

La moltiplicazione del pitosforo può avvenire per semi o per talea. I semi sono contenuti nelle bacche che li rilasciano sul terreno una volta avvenuta la moltiplicazione. Le talee di circa 10 cm devono essere prelevate dai rami laterali semi-maturi, private delle foglie e interrate in un terreno costituito da torba e sabbia con aggiunte di sostanze a base di ormoni. Una volta formata la radice e comparse le prime foglie in primavera è possibile trapiantare le piantine ad una distanza di circa 15 cm l’una dall’altra. 

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