Prevenire le malattie cardiovascolari: le abitudini da non trascurare e gli esami utili

Mangiare sano, fare attività fisica e monitorare costantemente il nostro stato di salute: sono propositi con cui ci confrontiamo ogni giorno, ma sappiamo davvero tradurli in azioni nella vita quotidiana? I benefici che possiamo trarre dall’adottare uno stile di vita sano sono enormi e doverosi: mettere in atto queste “buone pratiche” ci aiuta infatti a prevenire le malattie cardiovascolari, oltre a molte altre patologie croniche, i cui fattori di rischio sono strettamente connessi alle abitudini quotidiane. Proviamo quindi a individuare qui di seguito i comportamenti virtuosi che supportano la nostra salute.

Le malattie cardiovascolari

Il nostro sistema cardiocircolatorio ha una struttura articolata e complessa, che nel corso della nostra vita può compromettersi, temporaneamente o a lungo termine.

Cuore cardiologia

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In primo luogo, è bene sapere che quando parliamo di malattie cardiovascolari ci riferiamo in realtà ad un’ampia gamma di patologie, più o meno invalidanti, di tipo cronico, degenerativo o genetico, come:

  • le malattie vascolari periferiche
  • la trombosi venosa
  • le coronaropatie, ovvero le alterazioni delle arterie coronarie
  • le cardiomiopatie, ossia le patologie che interessano il miocardio
  • la pericardite
  • gli scompensi dovuti a insufficienza cardiaca
  • l’ipertensione arteriosa
  • le aritmie ventricolari
  • le valvulopatie, che interessano le valvole cardiache.

Alcune di queste affezioni, nell’ambito di una progressione non controllata, potrebbero essere la causa di episodi limite come l’infarto o diverse forme di ictus e di aneurisma.

Se è vero che l’impatto di tali patologie è in aumento costante nella nostra società, è anche vero che esse sono riconducibili a un gruppo molto circoscritto di fattori di rischio, già individuati con precisione dalla comunità scientifica. La buona notizia è che la maggior parte di questi fattori sono ascrivibili a comportamenti errati, e sono quindi facilmente modificabili da noi stessi nell’ambito del nostro stile di vita: esaminiamoli insieme.

Malattie cardiovascolari: cause e fattori di rischio

Tra le molteplici cause all’origine di una patologia cardiovascolare, una delle più comuni è la ridotta capacità del sangue di trasportare ossigeno ai nostri tessuti. Ciò può avvenire in contesti come:

  • la formazione di un coagulo in uno dei nostri vasi sanguigni
  • una quantità eccessiva di monossido di carbonio nel sangue
  • l’ipercolesterolemia non curata.

Ci sono casi in cui una patologia vascolare è legata a un fattore genetico; tuttavia, si tratta di una percentuale minima, poiché la stragrande maggioranza dei fattori di rischio cardiovascolare è comportamentale. Ecco i principali, riassunti in una tabella che fa parte delle Linee europee 2016 per la prevenzione delle malattie cardiovascolari nella pratica clinica. Le note riportate corrispondono alle indicazioni cliniche per ogni fattore.

Tabagismo

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Il tabagismo, per esempio, si colloca ai primi posti, in quanto favorisce l’insorgere di patologie come l’ipertensione arteriosa. Una insufficiente o assente attività fisica regolare, associata ad abitudini alimentari scorrette – come il consumo eccessivo di grassi saturi in regimi ipercalorici e l’abuso di alcool – può causare l’ipercolesterolemia: è risaputo che valori alti di colesterolo LDL sono tra i principali responsabili di arteriosclerosi e di patologie aggravanti come l’obesità e il diabete.

Come viene individuato il rischio cardiovascolare?

Il rischio cardiovascolare indica la probabilità che una persona manifesti un evento patologico maggiore a carico del cuore e della circolazione (infarto del miocardio o ictus): è individuato grazie a una valutazione globale in base al livello di alcuni fattori di rischio, che incidono sulla funzionalità e sulla salute delle pareti arteriose. Per calcolare questo valore, è necessario esaminare la storia clinica del paziente e le sue abitudini in modo dettagliato, poiché sono rilevanti anche precedenti familiari: in questo modo, confrontando i dati raccolti con le tabelle a disposizione, il medico può inquadrare bene la situazione. Lo strumento a disposizione dei medici è la carta del rischio cardiovascolare, che può essere utilizzata su pazienti di sesso maschile e femminile, di età compresa tra 40 e 69 anni, che non hanno avuto precedenti eventi cardiovascolari. Il punteggio individuale ottenuto stima la probabilità di andare incontro a un primo evento cardiovascolare maggiore nei 10 anni successivi alla valutazione. I parametri che vengono considerati sono otto: sesso, età, diabete, abitudine al fumo, pressione arteriosa sistolica, colesterolemia totale, HDL-colesterolemia e trattamento anti-ipertensivo.

Prevenzione cardiovascolare: uno stile di vita a salvaguardia del cuore

Se è vero che non possiamo cambiare alcuni fattori di rischio cardiovascolare, come il sesso, l’età e la predisposizione genetica, è altrettanto vero che possiamo combattere le malattie cardiovascolari integrando comportamenti virtuosi nelle nostre abitudini quotidiane, per prevenire la comparsa della patologia. Ciò è tuttavia importantissimo anche quando abbiamo già manifestato i sintomi di una malattia cardiaca, poiché, in questo caso, il nostro medico si occuperà di prescriverci una corretta terapia farmacologica, ma sarà nostro compito supportarla con un nuovo stile di vita.

L’importanza della dieta

Adottare una dieta bilanciata, ricca di fibre e povera di grassi saturi, contrasta l’insorgenza di diabete e sovrappeso, e permette di mantenere bassi i livelli di colesterolo LDL (cosiddetto “colesterolo cattivo”), favorendo invece l’azione del colesterolo HDL (quello “buono”) e mantenendo sia la pressione arteriosa che la glicemia all’interno dei valori normali.

Il Progetto Cuore dell’Istituto Superiore di Sanità dedica grande attenzione alla dieta, strumento di prevenzione imprescindibile. Ecco alcuni consigli sui cibi da consumare con maggiore frequenza e su quelli invece che vanno assunti con cautela o evitati.

Cibi per la salute del cuore

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Cibi che mantengono il cuore in salute

  • Frutta fresca, verdure e ortaggi di tutti i tipi sono alimenti indicati anche nella dieta post-infarto, e fanno inoltre parte della dieta Smartfood, ideata dall’Istituto Europeo di Oncologia (IEO). Sono privi di grassi e ricchi di vitamine, minerali e fibre, per questo possiamo consumarli in quantità generose. Le indicazioni dell’OMS raccomandano 3 porzioni al giorno di frutta e 2 di verdura: una buona abitudine da adottare fin dall’infanzia! Chi soffre di diabete dovrebbe preferire la frutta meno zuccherina, ma, salvo controindicazioni da parte del medico curante, può mangiare piccoli quantitativi di tutte le varietà, facendo invece attenzione ai succhi di frutta, che andrebbero limitati.
  • Legumi (fagioli, piselli, ceci, fave, lenticchie, ecc.): fonte preziosa di proteine, possono sostituire la carne, con un vantaggio notevole poiché sono privi di grassi.
  • Pesce: l’ideale è mangiarlo due o tre volte alla settimana.

Per quanto riguarda la carne, che non va consumata tutti i giorni, pollo e tacchino senza pelle, vitello e coniglio sono quelle più magre, quindi da preferire. Carni rosse e selvaggina si possono mangiare ogni tanto; per tutte il consiglio è di evitare le cotture troppo pesanti e ricche di condimenti. Riguardo a questi ultimi, l’olio vegetale e soprattutto quello extra-vergine di oliva è la scelta migliore, in particolare a crudo; è sempre bene non esagerare, però, a causa dell’elevato contenuto energetico di questi alimenti.

Gli alimenti da limitare

  • Insaccati freschi e stagionati sono tra gli alimenti che invece andrebbero limitati il più possibile. Uno dei motivi è l’elevato contenuto di sale, che aumenta la pressione arteriosa.
  • Anche il sale aggiunto agli alimenti, durante la cottura e prima del consumo, andrebbe limitato. Potete sostituirlo con spezie ed erbe aromatiche.
  • Formaggi: quelli a basso contenuto di grassi (ricotta fresca, caprini freschi) possono sostituire la carne o il pesce come componente proteica del pasto.
  • Dolci, alimenti e bevande ricchi di grassi e zuccheri vanno assunti in quantità moderate, in particolare se prodotti industrialmente.
  • Bevande alcoliche: vino e birra si possono consumare saltuariamente durante il pasto, in quantità moderata, i superalcolici andrebbero evitati il più possibile. L’alcol, infatti, aumenta la pressione arteriosa e danneggia il fegato, interferisce con i farmaci e può provocare numerosi effetti indesiderati. Evitare queste bevande, inoltre, aiuta la prevenzione di alcune patologie tumorali.

L’attività fisica, pilastro della salute cardiovascolare (e non solo)

Svolgere una regolare attività fisica ci permetterà di tenere sotto controllo il nostro indice di massa corporea e, come conseguenza, di ridurre il rischio che insorgano alcune patologie, tra cui quelle cardiovascolari. Ma quali sono, nello specifico, i benefici?

donna che corre

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Premesso che non è necessario praticare uno sport, per stare bene, dobbiamo però considerare che l’esercizio fisico costante fa sì che il cuore lavori meglio. Gli effetti più importanti, in questo senso, sono:

  • la riduzione della frequenza cardiaca
  • l’aumento delle dimensioni del cuore
  • il miglioramento delle capacità del ventricolo sinistro e delle arterie coronarie.

L’intensità e la tipologia dello sforzo fisico sono da calibrare in base alle condizioni di salute e all’età della persona, ma in generale è consigliato muoversi mezz’ora al giorno: è sufficiente anche camminare a passo veloce, per esempio rinunciando all’automobile o ad altri mezzi di trasporto per recarsi a lavoro a piedi. A patto che si tratti di un’abitudine e non di una pratica saltuaria, infatti, non è necessario compiere sforzi impegnativi. Alcuni sport particolarmente indicati per mantenere in salute il cuore, invece, sono il nuoto e la corsa.

Monitorare la salute del cuore: i parametri a cui prestare attenzione

Oltre alla grande importanza della dieta e dell’attività fisica, per prevenire le malattie cardiovascolari è fondamentale anche tenere sotto controllo lo stress e dormire un adeguato numero di ore. Prendersi cura del cuore, inoltre, significa conoscere la storia della propria famiglia e della eventuale presenza di una disfunzione ereditaria, come ad esempio le aritmie genetiche, per le quali è necessario un monitoraggio attento e costante.

L’allerta dei clinici nei confronti del rischio cardiovascolare è più che giustificata dalla massiccia diffusione delle patologie che abbiamo appena passato in rassegna. Tuttavia, se la comunità scientifica insiste nel monitorare su scala globale le disfunzioni cardiovascolari è anche perché i fattori di rischio comportamentali sono modificabili e il rischio stesso è, di conseguenza, reversibile. La prevenzione attraverso le buone abitudini gioca infatti un ruolo determinante nella lotta al rischio cardiovascolare, come abbiamo ampiamente sottolineato nei paragrafi precedenti.

A livello di prevenzione secondaria, invece, volta quindi a individuare i sintomi precoci di una malattia, intervengono i programmi di screening adottati a livello nazionale, che consentono di diagnosticare con anticipo le affezioni e di intervenire in maniera mirata. Poiché queste malattie sono molto comuni nella nostra società, il loro trattamento si è evoluto e ha raggiunto nel tempo livelli di efficacia molto alti: una considerazione più che confortante.

I parametri da tenere maggiormente sotto controllo, per quanto riguarda la prevenzione del rischio cardiovascolare, sono:

  • la pressione sanguigna
  • i livelli di colesterolo e trigliceridi
  • il peso, l’indice di massa corporea e la circonferenza addominale
  • la glicemia.

Tutti questi aspetti possono essere monitorati attraverso esami specifici.

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Pressione sanguigna

La pressione alta è un campanello d’allarme per le malattie cardiovascolari: parliamo di valori che superano i 140 mmHg e 90 mmHg (rispettivamente massima e minima). Questa condizione sottopone il cuore a uno sforzo particolarmente intenso, con un conseguente aumento del rischio di infarto, ictus cerebrale e scompensi cardiaci. L’ipertensione arteriosa può insorgere anche in giovane età, non soltanto con l’avanzare degli anni, e si manifesta con:

  • attacchi improvvisi di cefalea
  • stanchezza
  • disturbi dell’equilibrio
  • disturbi della vista.

In presenza di uno o più di questi sintomi, è bene rivolgersi al proprio medico, che vi indirizzerà verso i controlli da effettuare ed eventualmente prescriverà una terapia farmacologica.

Colesterolo

Secondo gli studi più recenti, non ci sono valori ottimali di colesterolo validi per tutti. Tuttavia, un indicatore valido sul quale basarsi è l’Indice di Rischio Cardiovascolare (IRC) misurato in funzione dei livelli di colesterolo nel sangue e dato dal rapporto tra quello “cattivo” (LDL) e quello “buono” (HDL), che deve essere inferiore a 5 per gli uomini e a 4,5 per le donne.

Peso, indice di massa corporea e circonferenza addominale

Il sovrappeso implica un aumento del rischio di malattie cardiovascolari. Per individuare questa condizione, è necessario conoscere l’indice di massa corporea, un numero determinato dal rapporto tra peso in kg e altezza in metri: per valori da 25,0 a < 30 si parla infatti di sovrappeso, oltre 30 invece di obesità.

Un altro parametro che va tenuto sotto controllo è la circonferenza addominale: il grasso viscerale, situato appunto nella zona della vita, è il più pericoloso per la salute. Quando la circonferenza supera i 102 cm negli uomini e gli 88 nelle donne, c’è un sensibile aumento del rischio cardiovascolare.

Glicemia

L’iperglicemia, se non adeguatamente trattata, può portare al diabete, una patologia che ha gravi implicazioni su tutto l’organismo e che rappresenta uno dei maggiori fattori di rischio per l’apparato cardiovascolare; è importante, quindi, controllare l’alimentazione e il peso, così come praticare attività sportiva, per scongiurare questo pericolo. Lo stile di vita è fondamentale anche per ridurre il rischio cardiovascolare in pazienti diabetici.

Lo screening cardiologico: in cosa consiste e a chi è consigliato

Esami prevenzione cuore

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La gamma di accertamenti nell’ambito dei programmi di screening cardiologico si è man mano ampliata negli anni. Di norma, superati i 45 anni di età, sia per gli uomini che per le donne è opportuno sottoporsi a questa tipologia di controllo, anche quando non ci sono patologie pregresse, cardiache e non. La periodicità varia a seconda delle condizioni di salute ed è maggiore per chi soffre di diabete, pressione alta, sovrappeso, così come per i fumatori.

Tra gli esami prescritti più frequentemente nei casi di disfunzioni cardiovascolari troviamo:

Questi servizi sono quelli solitamente compresi all’interno di polizze assicurative dedicate a patologie specifiche. Se parliamo del sistema cardiocircolatorio, per esempio, Protezione Famiglia ha pensato a un piano assicurativo che copre una lunga lista di esami e offre una consulenza continua, con in più la garanzia del team degli specialisti UniSalute sempre al nostro fianco.

Avete mai pensato di aderire a un programma per prevenire le malattie cardiovascolari?

 

Articolo scritto con il contributo di Chiara Iaquinta.

 

Fonti

Ministero della Sanità
Progetto Cuore
Linee europee 2016 sulla prevenzione delle malattie cardiovascolari nella pratica clinica

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