Smart working e lavoro agile nel settore privato: cosa cambia nel 2022?

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Il 7 dicembre scorso il Governo e le Parti sociali hanno firmato il primo Protocollo Nazionale sul lavoro in modalità agile” nel settore privato, che contiene le linee guida sulla contrattazione collettiva in tema di smart working. Il documento è frutto di un’analisi condotta alla luce degli ultimi due anni: un periodo in cui la pandemia ha ridisegnato molti equilibri, anche e soprattutto nel mondo del lavoro, e reso necessario un intervento ad hoc, che tenesse conto di questa esperienza, così come delle forti spinte verso la sostenibilità e l’attenzione al work-life balance.

Vediamo allora più in dettaglio cosa prevede il protocollo sullo smart working e la legge attualmente in vigore nel nostro Paese per quanto riguarda il settore privato.

Smart working: la legge per il settore pubblico e privato

In Italia la legge di riferimento per il lavoro agile è la n. 81/2017. Secondo la norma, per accedere alla modalità smart working il datore di lavoro e i dipendenti devono stipulare un accordo scritto, in cui sia stabilita:

  • la durata della prestazione e la modalità di esecuzione;
  • le condizioni di recesso;
  • gli strumenti tecnologici utilizzati.

Dallo scorso marzo, però, ovvero da quando il Paese si trova in uno stato di emergenza a causa della pandemia di Covid-19, è stata introdotta una procedura semplificata con il Decreto 1 marzo 2020. La comunicazione di attivazione del lavoro agile può essere fatta direttamente online, compilando gli appositi moduli e accedendo al portale del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali. Anche gli obblighi legati alla sicurezza sui luoghi di lavoro si possono assolvere per via telematica.

Questa misura di snellimento, che non vede più la necessità di accordarsi in forma scritta, lo scorso anno coinvolgeva sia le realtà pubbliche che quelle private, mentre ora è riservata a queste ultime e sarà in vigore fino alla fine dello stato di emergenza, fissata al 31 marzo 2022. Nel settore pubblico, invece, resta l’obbligo di un accordo individuale.

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Ivan Pantic/gettyimages.it

Cosa prevede il “Protocollo Nazionale sul lavoro in modalità agile” nel privato?

Il protocollo approvato a dicembre 2021 integra la legge in vigore e si concentra su alcuni aspetti relativi al lavoro agile, come:

  • l’organizzazione del lavoro agile e regolazione della disconnessione;
  • il luogo di lavoro;
  • gli strumenti di lavoro;
  • la salute e sicurezza sul lavoro;
  • la parità di trattamento e pari opportunità;
  • i lavoratori fragili e disabili;
  • il welfare e l’inclusività;
  • la formazione e informazione;
  • l’osservatorio bilaterale di monitoraggio.

Vediamoli nel dettaglio.

Organizzazione del lavoro e diritto alla disconnessione

Il protocollo ribadisce che, nella modalità lavoro agile, la giornata non ha un orario lavorativo definito, ma può essere articolata su fasce orarie. Al dipendente deve essere inoltre garantito il diritto alla disconnessione: il datore di lavoro deve adottare le misure necessarie ad assicurare che, in alcuni intervalli temporali, non avvengano comunicazioni di lavoro.

Luogo, strumenti, sicurezza e infortuni sul lavoro

La prestazione di lavoro in smart working non è vincolata all’abitazione del dipendente, ma può essere svolta anche in altri luoghi, purché ci siano le necessarie caratteristiche di sicurezza e riservatezza. Il datore di lavoro è tenuto a fornire gli strumenti tecnologici necessari, verificando anche la possibilità di accesso ai sistemi aziendali.

Per quanto riguarda la salute e sicurezza sul lavoro, si applicano gli artt. 18, 22 e 23 della L. n. 81/2017, e vanno assolti gli obblighi di salute e sicurezza previsti dal D.Lgs. n. 81/2008. Anche il lavoratore agile ha diritto allo stesso tipo di tutela contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali rispetto a chi si reca in azienda: il datore di lavoro garantisce quindi la copertura assicurativa INAIL, che comprende anche le malattie derivanti dall’uso dei videoterminali.

Idratazione smart working

AnSyvanych/gettyimages.it

Parità di trattamento e pari opportunità

Tutti i lavoratori in modalità agile hanno diritto allo stesso trattamento “rispetto ai lavoratori che svolgono le medesime mansioni esclusivamente all’interno dei locali aziendali, allo stesso trattamento economico e normativo complessivamente applicato”. Quanto previsto dal protocollo è valido anche per premi di risultato e opportunità di carriera.

Lavoratori fragili e disabili, welfare e inclusività

Il protocollo prevede che i datori di lavoro agevolino l’accesso allo smart working per tutti i lavoratori in condizioni di fragilità e di disabilità. Nel documento si fa inoltre riferimento all’impegno per sviluppare strumenti di welfare aziendale, come quelli a supporto della genitorialità, dell’inclusione e del work-life balance.

Formazione

I percorsi formativi sono un altro punto importante del protocollo firmato il 7 dicembre. i datori di lavoro sono infatti tenuti ad assecondare le esigenze dei lavoratori attraverso percorsi “finalizzati a incrementare specifiche competenze tecniche, organizzative, digitali, anche per un efficace e sicuro utilizzo degli strumenti di lavoro forniti in dotazione”.

L’osservatorio bilaterale di monitoraggio

Il Protocollo Nazionale ha previsto anche l’istituzione di un Osservatorio nazionale bilaterale sul lavoro agile, che avrà l’obiettivo di monitorare sia i risultati raggiunti attraverso il lavoro agile che lo sviluppo della contrattazione collettiva nazionale, aziendale e/o territoriale di regolazione. L’Osservatorio avrà inoltre il compito di valutare l’applicazione e l’andamento delle linee di indirizzo, nella prospettiva di eventuali possibili sviluppi e miglioramenti. Sarà presieduto dal Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali (o da un suo delegato) e composto da rappresentanti dei datori di lavoro e dei lavoratori designati dalle Parti che hanno firmato il protocollo.

Abbiamo visto, quindi, cosa prevede il protocollo sullo smart working nel settore privato, un documento che nasce proprio per rispondere ai cambiamenti del mondo del lavoro e alle nuove esigenze di datori e dipendenti. Oggi, infatti, sempre più persone scelgono il remote working, quando possono farlo, sia per beneficiare di un risparmio notevole sugli spostamenti, che per avere più tempo libero e più energie da dedicare ad altre attività, compresa la cura del proprio benessere. E a questo proposito, è importante ricordare che esistono assicurazioni, come i Piani Individuali di UniSalute, flessibili e personalizzabili, grazie ai quali è possibile accedere a strutture sanitarie convenzionate ed effettuare visite e check up mirati alle proprie necessità, Una risorsa in più per tenere sotto controllo la propria salute.

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Altre fonti

funzionepubblica.org
lavoro.org

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