Trivelle nel Mar Ionio: è scontro tra Verdi e Governo

È tensione tra le associazioni dei Verdi e il Ministero dello Sviluppo Economico. Il tema riguarda le ricerche di petrolio nel Mar Ionio che interessa soprattutto le coste di Puglia e Basilicata. Secondo i Verdi, il Ministero avrebbe dato il via alle autorizzazioni perché possano agire le trivelle per ricercare il petrolio nel Mar Ionio. Sarebbero stati dati nuovi permessi di ricerca petrolifera da condurre da parte di una società americana che ha la sua sede in Colorado.

La denuncia da parte di Angelo Bonelli viene espressa con parole molto dure. Il leader dei Verdi esprime la sua contestazione nei confronti delle autorizzazioni date dal Ministero dello Sviluppo Economico, facendo notare come le nuove ricerche di petrolio nel Mar Ionio possano mettere a rischio le risorse ambientali delle zone d’Italia interessate.

Bonelli ha spiegato che la ricerca autorizza l’uso dell’air gun. Si tratterebbe delle bombe d’aria e sonore. Tutto ciò, secondo i Verdi, provocherebbe dei danni ingenti alla fauna che abita le acque del mare. I Verdi annunciano che impugneranno le nuove autorizzazioni che riguardano la ricerca degli idrocarburi, proprio per difendere il mare italiano.

Della stessa linea di tendenza anche il Presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, che ha ribadito la sua intenzione di battersi a difesa degli intenti ambientalisti. L’esponente dei Verdi ha spiegato che da parte del Ministero non sarebbe stato fatto nulla per abrogare l’articolo 38 della legge Sblocca Italia. Tutto questo ha portato a concedere nuove autorizzazioni, con pericoli molto concreti per le coste del Mar Ionio e per le acque.

Una reazione c’è stata anche da parte dell’assessore all’Ambiente della Puglia, Gianni Stea. Quest’ultimo si è confermato d’accordo a ciò che ha dichiarato il Presidente Emiliano e ha confermato la volontà da parte dell’ente regionale di impugnare le nuove autorizzazioni rilasciate dal Ministero dello Sviluppo Economico. Proprio Gianni Stea ha invitato tutti gli italiani che hanno a cuore la sostenibilità ambientale alla mobilitazione contro quella che ha definito una “politica assassina del nostro ecosistema”.

Ma la questione ambientalista non riguarderebbe soltanto le trivelle in Puglia e in Basilicata, perché, come evidenzia il BUIG, il bollettino ufficiale degli idrocarburi e delle geo risorse, verrebbe coinvolta anche la situazione della concessione di coltivazione “Bagnacavallo” e della coltivazione “San Potito”, che si trovano in Emilia Romagna e per le quali sono state riscontrate delle criticità.

Il coordinamento nazionale No Triv ha dichiarato che i suoi esponenti stanno valutando quali passi portare avanti per fermare quello che ritengono uno scempio per il clima e per la Terra. Gli esponenti del coordinamento nazionale No Triv ribadiscono la loro linea e la difesa del pianeta che consiste nel lasciare gli idrocarburi sottoterra per evitare di danneggiare l’ecosistema.

Il No Triv ha rivolto delle dure critiche nei confronti della politica ambientalista portata avanti dal Movimento 5 Stelle, facendo notare, a proprio parere, che non è stata mostrata una conoscenza approfondita delle questioni che si sono tirate di nuovo in ballo.

Angelo Bonelli ha fatto notare anche che sono stati attivati dei nuovi permessi alla ricerca petrolifera sulla terraferma. Da questo punto di vista la ricerca sarebbe condotta attraverso dei geofoni attivate da cariche esplosive in delle aree particolarmente delicate del nostro territorio nazionale, che comprendono anche delle zone che fanno parte del Parco Nazionale Appennino Lucano.

Tutte queste questioni non fanno altro che inasprire la tensione fra gli ecologisti e l’operato del Governo attuale, precludendo le strade verso una collaborazione attiva che possa avere come obiettivo finale la difesa delle risorse naturali del territorio nazionale. Vedremo quale sarà il seguito di questi scontri e quali provvedimenti eventuali di rettifica alle azioni intraprese l’Esecutivo potrà prendere per arginare la tutela dell’ecosistema.

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