Vittoria! Gli indigeni del Brasile hanno battuto le lobby dell’agrobusiness: bloccato il Marco Temporal

Finalmente una buona notizia arriva dal Brasile dove gli indigeni hanno assistito ad una vittoria senza precedenti. La Corte Suprema brasiliana ha respinto in maniera categorica il Marco Temporal (o Limite temporale), segnando una pietra miliare nella lotta per i diritti indigeni del Paese e una riaffermazione dei principi sanciti dalla Costituzione Federale.

Ma ricapitoliamo cosa proponeva il Marco Temporal, soluzione che era stata strenuamente sostenuta dalla potente lobby dell’agrobusiness brasiliano e che mirava a legalizzare il furto di vaste aree di terre indigene.

Secondo questa proposta, i popoli indigeni che non avessero dimostrato di abitare fisicamente le loro terre prima del 5 ottobre 1988, data di promulgazione della Costituzione brasiliana, avrebbero perso il diritto alla demarcazione ufficiale e alla protezione delle loro terre ancestrali.

Se tutto ciò fosse stato approvato, si sarebbe di fatto retroceduto di decenni nei diritti indigeni, con centinaia di migliaia di persone esposte all’esproprio delle loro terre e, di conseguenza, con un serio rischio per la loro stessa sopravvivenza.

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Woie Kriri Patte, del popolo indigeno Xokleng, aveva commentato la proposta del Marco Temporal con queste parole:

È una pistola puntata alle nostre tempie. Se approvato, sparerà. Sarà lo sterminio dei popoli indigeni, lo sterminio dei nostri territori. Il Marco Temporal viene da quelle stesse persone che commettono genocidi… Noi non accettiamo il Marco Temporal.

Fortunatamente e coscienziosamente, con una netta maggioranza di nove giudici contrari al Marco Temporal e soli due a favore, il verdetto della Corte Suprema è stato chiaro ed è un potente messaggio a sostegno dei diritti territoriali dei popoli indigeni. La decisione definitiva verrà delineata nel testo giuridico finale, che valuterà le implicazioni di questa storica sentenza.

Il giudice Edson Fachin, contrario alla proposta del Marco Temporal, aveva affermato:

Come si può vedere dallo stesso testo costituzionale, i diritti territoriali indigeni sono riconosciuti dalla Costituzione, ma preesistono alla promulgazione della Costituzione stessa.

Il movimento indigeno, insieme ai suoi sostenitori, tra cui Survival International, ha combattuto strenuamente per anni affinché la proposta del Marco Temporal venisse abbandonata. Durante gli anni di attesa per la decisione della Corte Suprema, il Brasile e il mondo intero hanno assistito a massicce proteste contro questa proposta e contro il progetto di legge PL490 (ora PL2903) al Senato, che comprendeva politiche anti-indigene, tra cui appunto il Marco Temporal.

Aty Guasu – l’Assemblea dei Guarani e Kaiowá ha commentato con grande soddisfazione la notizia:

Per noi è un momento importante di lotta e di festa. Stiamo piangendo di gioia. Oggi canteremo il canto della vita e danzeremo la danza della gioia. La Corte Suprema Federale sta dimostrando di avere a cuore le nostre vite e di essere contro il genocidio. Sta ascoltando il grido dei popoli indigeni del Brasile. Ora continuiamo la nostra lotta per la demarcazione delle nostre terre, saldi e forti come sempre.

Anche l’APIB, l’organizzazione nazionale degli indigeni, fa festa:

Vittoria! I popoli indigeni hanno sconfitto il Marco Temporal. Restiamo saldi. I diritti non possono essere negoziati.

Grande soddisfazione ha espresso poi Survival per voce di Fiona Watson, Direttrice del dipartimento Advocacy, che ha ricordato le importanti implicazioni di questa decisione:

È una vittoria storica, cruciale per i popoli indigeni del Brasile e una grande sconfitta per la lobby dell’agrobusiness. Il Marco Temporal era uno stratagemma pensato per legalizzare il furto di milioni di ettari di terra indigena. Se fosse stato approvato, decine di popoli ne sarebbero usciti devastati – come migliaia di Guarani e i Kawahiva incontattati. La proposta del Marco Temporal era parte di un vero e proprio assalto ai popoli indigeni del Brasile e alla foresta amazzonica, promosso con forza dall’ex presidente Bolsonaro e dai suoi alleati. Per questo è così importante che sia stato rigettato, non solo per i popoli indigeni ma anche per la lotta mondiale ai cambiamenti climatici.

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Fonte: Survival

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